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Jeans a vita bassa

tra Roma e realta'

Tempo fa una ragazza quindicenne, commentando la moda dei Jeans a vita bassa che lasciano intravedere la biancheria, ha espresso questo pensiero, prontamente riportato in diversi articoli di giornale: "La nostra sarà una vita inutile [...] Noi possiamo solo comprarci delle mutande uguali a quelle di tutti gli altri, non abbiamo nessuna speranza di distinguerci. Noi siamo la massa informe". Ne è nato un dibattito che è durato il solito battito di ciglia.

Sono più di tre anni che cerco di allontanare la penna dal foglio, di non scrivere, di far passare distanza "storica", di acquisire un quadro obiettivo, di riflettere con calma su questo articolo di giornale. Tutto inutile. Ciò che pensai quella notte d'autunno è ciò in cui credo ora, stanotte è tempo di pubblicare quel che appuntai allora, il Foscolo che mi venne alla mente mi torna ancora.

[...] A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti [...] finchè il Sole risplenderà su le sciagure umane.

Non sono d'accordo, i grandi ideali sono morti: luci che dal ieri non attingono più l'energia per il domani, eredità di un passato che è già memoria.

Se le speranze in cui siamo nati si perdono, apriamo i nostri sogni a chi ci succederà affinché abbian la libertà d'essere infranti e lasciar spazio agli aneliti dei nostri figli. Alla ragazza le cui parole hanno scatenato tanti pensieri vorrei porre una sola, ruvida domanda: "Di che colore è il limpido sorriso di un bambino?"

Oggi che tanti cercano il successo, intendendovi l'enorme presenza mediatica, va riscoperto il valore dei piccoli gesti quotidiani che rendono migliore la vita nostra e di chi ci è più caro e vicino.

Costretti da una società nichilista a recitare un manifesto inconsapevole e lucente di vera disperazione, trasmettiamo altro mentre l'ottimismo più vero, nel profondo dell'essere, rimane silente ma non sopito.

Due secoli di filosofia anti-umana, da Nietzsche a Sartre, rendono arduo trovare qualcuno che ti dica, ostinatamente, ogni giorno, dimostrandotelo, che stai sbagliando, che hai valore. Ma ognuno di noi può riuscire a rinascere, grazie alla costanza di un amico vero, in carne ed ossa, che ci accompagni nel viaggio.

Ecco cosa rispecchiano, involontarie, le produzioni televisive nostrane: attori improvvisati alla carlona e sceneggiatori cesaroni che tritano le serie americane più riuscite (per i pubblicitari), riescono a dipingere, quando il marketing permette di attingere a nazioni più vicine alla nostra cultura, grandi e piccoli momenti della vita quotidiana di chi ama la propria citta', anche nei giorni di blocco delle auto.

Sembra incredibile constatare che la parte più ludica e spensierata della nostra produzione televisiva, per scherzo del destino e grandi dosi di fortuna, sia anche l'unica che ci costringe a riflettere sui valori dell'uomo solo. La coerenza, quella sincerità che ci obbliga a cambiare opinione quando è necessario. La famiglia, prima possibilità di trasmettere gli errori nostri a chi potrebbe non commetterli. Il coraggio, se affrontare i propri sentimenti evita di ferire. L'ottimismo, ciò che non ci piace può cambiare in meglio.

E la radio, da riscoprire quando le stelle sognano perché lascia nel cassetto la pubblicita'. Me ne accorsi un giorno in cui, prima di andare a dormire, musica di sottofondo, notai le stelle più piccole ed assaporai, oltre la finestra, il momento in cui la Luna, scolorando, se ne va.

I sogni di bimbo sono imperfetti - Le finestre sbadigliano
perdono magia - la città si desta
diventano reali - sorge il Sole
all'alba del nostro domani.

Sarà una bella vita, la vita è meravigliosa, ma non trasmetterà messaggi, non da sola: se cerchi un messaggio, non cercarlo qui. Forse uno spunto, un rumore di fondo, ma il suono, quello, devi ascoltarlo da solo.

La forza dei messaggi è che puoi condividerli; l'importanza degli amici è che si sostengono nel realizzare un sogno; il bello dei sogni è che quando finiscono rimane la voglia di sognare ancora.

Joram Marino - Febbraio 2008