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Riflessioni di un consulente ICT

Com'è cambiata la percezione del nostro lavoro dopo lo scoppio della bolla della new economy

Il computer è un dispositivo di supporto alle attività da svolgere: dovendoci studiare e lavorare, io preferisco MacOsX (Apple), Office (Microsoft), MySQL ed nmap (GPL), solo per citarne alcuni.
Oggi la penso così, in passato ho cambiato spesso idea, la cambierò nuovamente in futuro.

Quello che si fa nel tempo libero è un hobby e qualunque critica ai vari sistemi operativi ed applicazioni, compresa la tua (qualunque essa sia), è ragionevole. Per me la migliore soluzione è quella che garantisce di continuare ad usare con profitto il computer senza preoccuparsi troppo di come funziona. Quanti avvocati conoscono l'elettronica della propria automobile?

Chi ha bisogno dell'automobile, purché in possesso delle conoscenze minime necessarie ad ottenere la patente, può comprarla ed usarla, rivolgendosi al tecnico per la manutenzione o la riparazione in caso di problemi: se sei in grado, il fusibile lo puoi cambiare da solo ma se devi rifare i freni è consigliabile portarla dal meccanico, un bravo meccanico.

Oggi, purtroppo, si tende a fare confusione tra uso e manutenzione, causa anche alcune abitudini indotte.

L'informatica odierna, monopolizzata da interessi esclusivamente economici, impone all'utente (colui che usa il computer) di eseguire anche la manutenzione e lo rende talmente carico di complessi di inferiorità che alla fine se la prende con se stesso, con la propria incapacità o col fato, invece di rendersi conto di avere davanti un prodotto con qualche problema che può essere risolto solo da un professionista.

Chi ha bisogno di ICT (si chiama Information and Communication Technology e sarebbe l'informatica, il computer tanto per capirci) perché gli serve per una qualsiasi attività e non è in grado di cavarsela da solo, soprattutto perchè le sue mansioni e specializzazioni sono altre, allora deve rassegnarsi a chiamare e pagare un consulente ICT.

Lo stesso consulente ICT, quando si fa chiamare programmatore, impiega tempo ed energie per realizzare il software che rende così produttive le macchine ed allora mi chiedo: come mai per l'hardware (il computer fisico) molti sono disposti a spendere soldi mentre per il software (i programmi che lo fanno funzionare) va bene anche averlo pirata (ossia rubato)? Il software pirata danneggia sia chi lo usa, che non può beneficiare del supporto del fornitore, sia chi lo realizza che non vede un riconoscimento economico del proprio lavoro.

Chi non vuole, o non può, spendere soldi in software può rivolgere la sua attenzione al mondo dell'Open Source: la comunità che ruota intorno all'Open Source non chiede riconoscimenti economici per il proprio lavoro ma richiede all'utente che, se può migliorare un software lo faccia e renda disponibili le migliorie a tutta la comunità. Non si paga in denaro ma dedicando del tempo al bene comune.

E' evidente quindi che c'è sempre un costo: del resto quando un consulente ICT va dal dentista, paga.
Quando un consulente ICT va da un avvocato, paga.
Quando un consulente ICT entra in un negozio, paga.
Ogni movimento della vita che non sia tra le mura domestiche e che comporti chiedere qualcosa a qualcuno, comporta un esborso in denaro per compensare l'interlocutore del suo tempo e della sua competenza.

Perché per l'ICT (ossia il computer) dovrebbe essere diverso?
Perché il lavoro di consulenza in ICT, soprattutto da parte degli utenti nuovi, non sembra giusto pagarlo quanto un altro lavoro che sia altrettanto professionale e qualificato come, ad esempio, la consulenza in muratura, la consulenza in idraulica o la consulenza in meccanica?

In alcune realtà la situazione sta lentamente cambiando ma ancora oggi, a queste domande, c'è risposta?

Joram Marino - Gennaio 2001

Cos'è il backup'